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- LEZIONI - CAAD 2006 - PROF. ANTONINO SAGGIO -

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ARCHITETTURA E PRESENZE DELLE SUPERFICI

 

Il mondo di proiezione e la presenza dello schermo rappresentano un paesaggio originario, primitivo. Il Paesaggio Originario presente nella nostra mente.

 

SUPERFICIE E SUPERFICIALITA'

Lo schermo riporta l’immagine a una dimensione bidimensionale, quindi anche superficiale. Se una cosa è superficiale si può dire che non sia profonda?

I Moderni rifiutano il valore della superficie, perché affondavano il proprio ragionamento su meccanismi funzionali e organizzativi dell’architettura, il che vuol dire tralasciare gli effetti della superficie in quanto priva di ogni valore funzionale o strutturale, ma esclusivamente superficiale.

Gli Architetti Contemporanei non rifiutano il concetto di superficie, ma giocano con essa. La superficie fa parte delle immagini bidimensionali presenti negli schermi, è parte di un paesaggio originario di questa generazione.

Robert Venturi, lavora all’interno di quello che si chiamerà poi post-modern. Realizza due schizzi raffiguranti un edificio; uno assume la forma di una papera, l’altro è una scatola dove si possono applicare degli elementi decorativi.

 

 

Il tema della superficie è interessante se considerato come uno strato, una parte che nasce dall’edificio stesso e no se viene applicata come una figurina, successivamente. Noi vogliamo intendere una superficie come una pelle, lo strato più esterno del corpo ma sempre parte di esso, e non intendiamo considerarla come un vestito, che nasconderebbe la vera identità dell’architettura.

Esiste un personaggio interessante, che ha lavorato più di una volta su questi temi, parliamo di Jean Nouvel. (Istituto del mondo arabo, Parigi.)

 

 

J.Nouvel realizza un’opera spaziale, realizza una parete a prima vista esclusivamente decorativa, ma anche interattiva, giocando su due o tre livelli. Una parete interattiva con una serie di diaframmi che si aprono e si chiuono a seconda della luce, creando un ambiente sensibile.

Jean Nouvel decide di lavorare sulla trasparenza come Gropius, però i due hanno un atteggiamento completamente diverso, il primo soggettivo mentre il secondo oggettivo. Gropius ci parla di trasparenza legata alla continuità visiva tra interno ed esterno, mentre Nouvel soggettivizza la trasparenza rendendola decorativa e illusionistica. 

 

 

 

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